Di Lucilla Continenza.
Parliamo di fotografia come arte e di un fotografo molto talentuoso: Marco Iannaccone, in arte Scarlet Lovejoy. Delle arti la fotografia è tra le più giovani. Richiede conoscenze tecnologiche, creatività, passione e quando diventa arte comporta amore viscerale per non cadere nella banalità di un semplice scatto fotografico. Qualità che non mancano all’eccentrico e profondo artista Lovejoy che nell’ambiente della fotografia emerge per l’accurata ricerca del suo lavoro e per il suo essere provocatorio, caratteristica caratteriale dell’artista, molto attivo anche nei movimenti LGBT.
Nei social siamo tutti fotografi, con i nostri cellulari da megapixel. Altra cosa è trasformare la fotografia in un lavoro impegnativo, professionale e che vuole comunicare un messaggio, con la grande potenza evocativa dell’immagine. Un’arte che richiede quindi molta professionalità, preparazione e soprattutto talento.
Lovejoy è un artista napoletano che si è avvicinato alla fotografia da giovanissimo, nel lontano 1988, arte che è da sempre la sua grande passione. Si è formato sia a Napoli che a Milano. Nel capoluogo partenopeo alla Nigma Fotografi mentre a Milano, dove ha vissuto per un periodo, alla Scuola Bauer. Parliamo di uno specialista del suo settore visto che è laureato a pieni voti all’Accademia di Belle Arti di Napoli dove ha frequentato sia la triennale per poi diventare dottore magistrale specializzandosi in fotografia.
L’artista è molto apprezzato a Napoli dove ora risiede, anche se spesso è in viaggio per raccogliere materiale e scattare fotografie per le sue mostre. Lovejoy è infatti autore di molteplici progetti fotografici di forte impatto e suggestione e anche di performance. Tra gli importanti musei in cui ha esposto ricordiamo a Napoli: il Pan, l’Antisala dei Baroni presso il Maschio Angioino, il supportico dell’Annunziata, il museo Madre. Ha anche esposto le sue opere al Palazzo Grimani di Venezia, al Museo Ferroviario Piemontese di Cuneo, oltre in prestigiose gallerie a Napoli e ad Amsterdam.
Nella sua carriera non mancano i riconoscimenti come il primo premio sia del contest fotografico bandito dalla galleria d’arte Intragallery e Fresco Caracciolo, sia del concorso fotografico bandito da Co.work. Lovejoy è anche vincitore come performer nel concorso Creative World 2019. L’artista è stato anche citato su diverse pubblicazioni come in un articolo nel libro di Giorgio Bonomi: Il corpo solitario – l’autoscatto nella fotografia contemporanea vol.II. Non dimentichiamo poi che alcune delle sue foto sono apparse come copertine di libri.
Lovejoy cerca, attraverso l’obiettivo, di scavare nella forza e nella debolezza delle persone, catturando l’essenza di tutti i mondi di cui sono protagoniste.
Zeitgeist (Spirito del tempo) e Ri-Scoprirsi
Zeitgeist
Nella sua ultima mostra dal titolo Zeitgeist (Spirito del tempo) che ha avuto un ottimo successo di pubblico a Napoli, con il saluto e la visita del sindaco Luigi De Magistris, si entra nella verità che all’uomo spesso non piace affrontare. L’apparenza la fa infatti da sempre da padrona rispetto all’essere, ma cosa accadrebbe se fossimo costretti a vivere un evento catastrofico? La mostra è stata esposta al Pan/ Palzzo delle Arti del capoluogo partenopeo, nel Foyer.
In Zeitgeist, Lovejoy dona, come è caratteristica della sua opera, l’emozione forte e immediata che coinvolge d’impatto il visitatore e soprattutto spunti di riflessioni che nella schizofrenia dei nostri tempi spesso vengono a mancare. L’immagine diventa quindi riportata al suo compito originale, quello di esprimere un messaggio velocemente e senza mezzi termini. Nella Mostra Lovejoy si rifà alla catastrofe di Pompei attualizzandola. L’artista si pone la domanda e risponde: “Come sarebbe la società attuale se venisse colpita, all’improvviso, da una nuova catastrofica eruzione? Sarebbe una società “allo sbando” con lo sgretolamento e la perdita di valori e ideali”.
La metafora è molto interessante, la paura della catastrofe in tutti i sensi non è poi così lontana. Ed ecco in mostra, come lo stesso Lovejoy spiega: “La casalinga chiusa nella sua solitudine che tenta il suicidio, la smania di volere apparire più che il voler essere, il problema della droga sempre più allarmante e diffuso, la dipendenza parossistica e preoccupante da Smartphone, Pc e dalla tecnologia in genere, la diseducazione alimentare, il crescente atteggiamento razzista e fascista di questa nostra società attuale, l’avidità e l’ipocrisia della chiesa nel tentativo disperato di difendere i propri privilegi”.
L’intenzione non vuole essere però del tutto catastrofica. Una speranza resta, prima della catastrofe, qualcosa si salva o se non si salva resta eterna dopo l’inevitabile morte. Ed ecco apparire il transessuale con la finestra aperta, verso una prospettiva di vita che si spera migliore; gli amanti omosessuali che si stringono in un tenero abbraccio prima della catastrofe.
Ri-Scoprirsi
Un altro degli ultimi progetti di Lovejoy molto interessanti e a forte impatto emotivo è poi Ri-Scoprirsi, sempre in mostra al Pan con Zeitgeist
Qui il filo sottile che oggi separa l’essere e l’apparire viene affrontato con 11 sequenze fotografiche. Ogni sequenza si compone di 6 scatti. L’obiettivo è riportare poco alla volta, scatto dopo scatto, l’essere umano alla sua essenza, al suo essere, spoglio di tutti gli orpelli e del superfluo. Si giunge così all’essenzialità e alla concretezza di un corpo, di un luogo.
Ri-scoprirsi diventa quindi un punto di forza. Il fotografo ci vuole dire che è proprio nel non nascondersi, nell’essere se stessi, che si diventa indistruttibili.
Lovejoy è un artista che non scende a compromessi, senza peli sulla lingua, e che nelle sue opere si pone il difficile compito di esprimere prima la sostanza che solo in quel momento diventa forma e forma artistica a tutti gli effetti.
Per informazioni sull’opera di Marco Iannaccone/ Scarlet LoveJoy: www.marcoiannaccone.com